Nel mese di Agosto del 2010 ho trascorso due giorni sull’isola e sul vulcano di Stromboli.
Trovarsi così vicini ad un vulcano attivo infonde una strana sensazione, una sorta di ossequioso rispetto verso una vera potenza della natura. Lassù ti senti piccolo e impotente davanti a tanta terribile bellezza.

L’ascesa alla vetta è abbastanza difficoltosa per via della ripidezza del percorso - sono 950 i metri di dislivello totali da superare in due ore e mezza circa - ma è anche in grado di regalare scenari maestosi.
Salire comporta l'obbligo della presenza di una guida. La protezione civile ha infatti chiuso la parte sommitale all'accesso pubblico per via dei numerosi incidenti che vi si sono verificati nell'arco degli anni.

Fino ai 500 metri di quota circa ci si muove in un tipico paesaggio di macchia mediterranea, tra arbusti, canneti e capre selvatiche, il tutto inserito in una riserva naturale orientata. Da questa quota in poi tutto cambia e rapidamente, la vegetazione si fa sempre più rada fino a scomparire completamente, sostituita dai sabbioni e dalle rocce vulcaniche.
Il “Liscione”  su cui ci si inerpica dai 500 metri in su è un percorso impervio e zigzagante tra le rocce, dove è meglio aiutarsi con i bastoni e che si percorre lentamente per non rischiare di innescare una caduta di massi che potrebbero essere pericolosi per chi segue.
Tutto intorno è un continuo di rocce fuse denominate “bombe”, espulse con violenza in migliaia d’anni di attività le cui dimensioni vanno da piccoli sassi che stanno in una mano a massi ben più grossi.

Agli 800 metri si cominciano a intravedere le prime bocche, poste alla nostra stessa altezza ma distanti davanti a noi.
Da questa quota in poi si sale lungo una cresta continua e affilata che porta fino al “Pizzo”,  cima principale. Da qui si dominano le bocche eruttive che sono sotto all’osservatore di una cinquantina di metri.

Le “Fontane Stromboliane”, tipico fenomeno che dà il nome a questo genere di eruzioni, è contraddistinto da frequenti e durature emissioni a intervalli regolari di fontane e brandelli di lava. Le bocche eruttano mediamente ogni 15-20 minuti offrendo un spettacolo di incommensurabile bellezza.

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