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La dama del nord dopo giorni di attese e ricerche ci ha omaggiato della sua vista. Fin dalla prima sera in terra Islandese l'avevamo cercata invano. Il cielo era rimasto sempre coperto e ne avevamo solo intuito la presenza dietro le nuvole (con lunghe esposizioni si intravedeva un bagliore verde).


Arrivati però al quarto giorno, raggiunto il nostro cottage nel bosco, lontano da fonti di luce e grazie ad un cielo terso, ci siamo resi conto della sua presenza.
Siamo subito corsi fuori quindi, in compagnia di un grosso thermos di caffè bollente per resistere al freddo pungente e per qualche ora ci siamo fatti intrattenere dalla sua danza.
L'aurora boreale è generata dall'interazione di particelle solari cariche con l'atmosfera terrestre. In questi ultimi 8-10 anni il sole ha attraversato un periodo di forte attività e quindi è stato più semplice osservare questo spettacolare fenomeno. Nella prossima decade invece, da quello che dicono gli astrofisici, a causa di un ciclo più calmo i fenomeni dovrebbero ridursi.

Per fotografare l'aurora è assolutamente necessario un cavalletto stabile e lenti grandangolari (ma non solo) molto luminose. Un valido diaframma massimo è il 2.8 accompagnato da un corpo macchina che sopporti bene sensibilità elevate. Noi a causa della presenza della luna abbiamo potuto lavorare a iso abbastanza bassi e diaframmi tra i 4 e i 5.6. Ho scattato maggiormente col Samyang 14 e il Canon 50mm.
Per osservare l'aurora bisogna recarsi​ necessariamente nelle terre del nord Europa nei mesi invernali, dove a causa delle lunghe notti è più probabile poterla vedere. In casi di fortissima attività solare può capitare di vederla fino in Scozia e persino Inghilterra, ma le migliori mete fotografiche rimangono senza dubbio l'Islanda e la Norvegia.