A fine Agosto del 2011, insieme a due amici, ho deciso di trascorrere una nottata su una delle vette del Pollino. Era da tempo che pensavo a questa escursione, l’aspettavo da tanto, ma non immaginavo neanche lontanamente le emozioni che mi avrebbe dato.
La location scelta era “il Giardino degli Dei”: un piccolo boschetto di pini loricati maestosi che crescono, tutti vicini, sul pianoro prima di Serra di Crispo a 1950 metri s.l.m.

Dopo una faticosa e lenta ascesa eravamo giunti sul posto prescelto nel pomeriggio inoltrato. Giusto in tempo per sistemarci e per gustarci i meravigliosi colori del tramonto che screziavano d’oro le nuvole sul tirreno e su parte della Basilicata. Il buio cominciava a farsi spazio da est, accompagnato dalle tinte rosa e violetto, ma anche dentro di me che intanto mi chiedevo se era stata giusta l’idea di non portare la tenda. Il clima particolarmente umido e i rumori della notte intorno a noi cominciavano a suscitarci un po’ di timore.

Le piccole torce che avevamo con noi sembravano lottare contro le tenebre sempre più fitte, rischiarando a tratti i giganti sopra le nostre teste e celandoci coi loro bagliori il vero spettacolo del cielo stellato. Spettacolo che presto ci sconvolse attirandoci fuori dai sacchi a pelo inumiditi. La Via Lattea era visibilissima, un’autostrada silenziosa nel cielo terso; le leggere velature del pomeriggio erano scomparse scoprendo un tappeto di stelle nitide e baluginanti. Allora subito a prendere la macchina fotografica, cercando di cogliere qualche buono scatto, ma neanche il grandangolo più spinto riusciva a intrappolare parte di quella meravigliosa visione.

Solo dopo qualche ora di tentativi più o meno riusciti tornammo a rifugiarci vicino nei sacchi a pelo. Il sonno non tardò ad arrivare, le fatiche del giorno gravavano sulle gambe.  Ad ogni risveglio però la visione del cielo stellato che compariva tra i rami degli enormi pini era un tuffo al cuore.

Dopo poche ore di dormiveglia eravamo di nuovo in piedi ad attendere l’alba. Il nuovo giorno sorgeva dal mar Ionio portando con se mille sfumature di rosa. Il buio era già dimenticato, lontano ad ovest e dal nostro animo. I ricordi della nottata però, le visioni, il fruscio del vento tra gli alberi sarebbero rimasti dentro di noi per sempre.